martedì 6 dicembre 2016

BDS e WCC





Mi tocca condannare ciò che è stato descritto in [1] e [2]: alla segretaria generale aggiunta del Consiglio Ecumenico delle Chiese, la dottoressa Isabel Apawo Phiri, è  stato vietato di metter piede in Israele per consultarsi con le chiese cristiane locali a proposito di [3].

L'accusa rivolta alla dottoressa Phiri è stata di essere un'attivista del BDS (Boycott, Divestment, Sanctions against Israel), accusa che il Consiglio Ecumenico delle Chiese nega ed una ricerca su Google non conferma.

[2] dice che l'obbiettivo era il programma [3], considerato antiisraeliano, ma il Consiglio Ecumenico delle Chiese precisa che il programma [3] sostiene "due stati per due popoli", e non il BDS.

Devo ritenere pretestuoso quello che è stato fatto alla dottoressa Isabel Apawo Phiri, e condannarlo come un tentativo di intimidazione; a peggiorare le cose c'è lo scarso senso dell'opportunità del governo israeliano.

Innanzitutto, in un paese civile non diventa Ministro dell'Economia (???) prima e dell'Interno (!!!) ora una persona che, come Aryeh Deri, è stata condannata per tangenti [4].

Anche se ha scontato la pena, nuoce comunque all'immagine del governo, e chiunque si sentirebbe in diritto di ridere in faccia ad un ministro così che l* caccia da Israele - come può insegnare una persona così venale da farsi condannare per tangenti cosa è giusto e cosa è sbagliato?

Inoltre, [2] termina riportando una notizia assai preoccupante:

Inoltre, martedì (06/12/2016), Canale 2 ha riferito che il Ministro della Sicurezza Pubblica Gilad Erdan sta cercando di modificare una legge antiboicottaggio del 2011 con nuove disposizioni che imporrebbero sanzioni economiche alle aziende ed alle società che invocano il boicottaggio d'Israele. Secondo questa notizia, il Ministro delle Finanze Moshe Kahlon ha acconsentito a sostenere le modifiche, che potrebbero inoltre colpire le compagnie i cui dipendenti si esprimono in privato od agiscono a favore del boicottaggio d'Israele.

I signori ministri citati dovrebbero sapere che in un paese civile il datore di lavoro non può indagare sulle opinioni dei propri dipendenti, e che in Italia questo espresso divieto è stato introdotto dallo Statuto dei Lavoratori del 1970 per impedire discriminazioni politiche, religiose, sindacali.

Come la violazione del divieto può colpire domani un attivista BDS, così potrà colpire dopodomani un ebreo od un sionista.

Una norma del genere metterebbe Israele in rotta di collisione con qualsiasi sindacato che valga qualcosa, che sarebbe costretto a fare causa comune con qualsiasi dipendente licenziato perché segnalato come attivista BDS, e quindi suscettibile di compromettere le possibilità della sua azienda di fare affari in Israele.

E darebbe fiato mostruoso a tutti i nemici d'Israele, i quali avrebbero gioco facilissimo a dimostrare che Israele attacca i diritti dei lavoratori e la libertà di parola. La comune affermazione che Israele preferisce avere rapporti con le democrazie anziché con le dittature (eccezion fatta per quelle che comprano le sue armi, com'è ben noto) verrebbe smentita.

Ho spiegato più volte che ritengo il BDS assolutamente controproducente, e l'unica cosa che mi astengo dal fare è acquistare beni prodotti aldilà della Linea Verde; ma non posso assolutamente approvare una legge del genere.

Aiuterà forse a raccogliere consensi all'interno del paese (l'unica cosa che capiscono questi demagoghi divenuti ministri), ma isolerebbe Israele come non si è mai visto.

Raffaele Yona Ladu Âû
Ebre* gendervague

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