giovedì 26 novembre 2015

Guarigioni operate di sabato da Gesù

L'ebraismo è un'ortoprassi (ovvero è più un retto comportamento che una retta dottrina), e perciò, ogni volta che si va ad esaminare i rapporti tra Gesù e gli ebrei suoi contemporanei (come ad esempio i farisei), si studia come Gesù obbediva ai precetti della religione ebraica.

I Vangeli tramandano una disputa sul lavarsi le mani prima di mangiare, e Gesù risponde correttamente ai farisei che quella a cui tengono tanto è una norma rabbinica, non biblica; aggiungo che, se non ci fossero i Vangeli, di quell'obbligo si parlerebbe per la prima volta nella Gemarah, la parte più tarda del Talmud, che si cominciò a redigere nel 350 EV.

La disputa tra Gesù ed i farisei su quest'argomento è perciò intervenuta ben prima che la norma diventasse vincolante per tutti gli ebrei (ortodossi) - Gesù poteva dissentire senza che lo si considerasse meno ebreo dei suoi avversari.

Più serio caso è l'osservanza del Sabato, che pone spesso Gesù in conflitto con i farisei del suo tempo; la precisazione non è oziosa perché penso proprio che gli ebrei ortodossi di oggi (che discendono idealmente quasi tutti dai farisei - le uniche eccezioni che conosco sono i caraiti ed i Beta Israel) darebbero ragione a Gesù e non ai suoi avversari quando Gesù guariva di Sabato.

Innanzitutto, sul piano del metodo, l'articolo [1] fa notare che le obiezioni di Gesù provengono dal dibattito rabbinico del suo tempo (di cui anzi sono tra le prime attestazioni), quindi Gesù resta dentro l'ebraismo anziché uscirne.

Sul piano del merito, esaminiamo i casi che sono riuscito a rintracciare (tutte le versioni sono della Nuova Riveduta):

Luca 14:1-6:

1 Gesù entrò di sabato in casa di uno dei principali farisei per prendere cibo, ed essi lo stavano osservando, 2 quando si presentò davanti a lui un idropico. 3 Gesù prese a dire ai dottori della legge e ai farisei: «È lecito o no fare guarigioni in giorno di sabato?» Ma essi tacquero. 4 Allora egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. 5 Poi disse loro: «Chi di voi, se gli cade nel pozzo un figlio o un bue, non lo tira subito fuori in giorno di sabato?» 6 Ed essi non potevano risponder nulla in contrario.

Marco 3:1-6 [vedi anche Matteo 12:9-13 e Luca 6:6-11]:

1 Poi entrò di nuovo nella sinagoga; là stava un uomo che aveva la mano paralizzata. 2 E l'osservavano per vedere se lo avrebbe guarito in giorno di sabato, per poterlo accusare. 3 Egli disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati là nel mezzo!» 4 Poi domandò loro: «È permesso, in un giorno di sabato, fare del bene o fare del male? Salvare una persona o ucciderla?» Ma quelli tacevano. 5 Allora Gesù, guardatili tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza del loro cuore, disse all'uomo: «Stendi la mano!» Egli la stese, e la sua mano tornò sana. 6 I farisei, usciti, tennero subito consiglio con gli erodiani contro di lui, per farlo morire.

Giovanni 5:1-16 [vedi anche qui per un commento al brano]:

1 Dopo queste cose ci fu una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
2 Or a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, c'è una vasca, chiamata in ebraico Betesda, che ha cinque portici. 3 Sotto questi portici giaceva un gran numero d'infermi, di ciechi, di zoppi, di paralitici[, i quali aspettavano l'agitarsi dell'acqua; 4 perché un angelo scendeva nella vasca e metteva l'acqua in movimento; e il primo che vi scendeva dopo che l'acqua era stata agitata era guarito di qualunque malattia fosse colpito].
5 Là c'era un uomo che da trentotto anni era infermo. 6 Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da lungo tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?» 7 L'infermo gli rispose: «Signore, io non ho nessuno che, quando l'acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me». 8 Gesù gli disse: «Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». 9 In quell'istante quell'uomo fu guarito; e, preso il suo lettuccio, si mise a camminare.
10 Quel giorno era un sabato; perciò i Giudei dissero all'uomo guarito: «È sabato, e non ti è permesso portare il tuo lettuccio». 11 Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina"». 12 Essi gli domandarono: «Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina?"» 13 Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, perché in quel luogo c'era molta gente. 14 Più tardi Gesù lo trovò nel tempio, e gli disse: «Ecco, tu sei guarito; non peccare più, ché non ti accada di peggio». 15 L'uomo se ne andò, e disse ai Giudei che colui che l'aveva guarito era Gesù. 16 Per questo i Giudei perseguitavano Gesù e cercavano di ucciderlo; perché faceva quelle cose di sabato.

Luca 13:10-17:

10 Gesù stava insegnando di sabato in una sinagoga. 11 Ecco una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito che la rendeva inferma, ed era tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi. 12 Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: «Donna, tu sei liberata dalla tua infermità». 13 Pose le mani su di lei, e nello stesso momento ella fu raddrizzata e glorificava Dio. 14 Or il capo della sinagoga, indignato che Gesù avesse fatto una guarigione di sabato, disse alla folla: «Ci sono sei giorni nei quali si deve lavorare; venite dunque in quelli a farvi guarire, e non in giorno di sabato». 15 Ma il Signore gli rispose: «Ipocriti, ciascuno di voi non scioglie, di sabato, il suo bue o il suo asino dalla mangiatoia per condurlo a bere? 16 E questa, che è figlia di Abraamo, e che Satana aveva tenuto legata per ben diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?» 17 Mentre diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, e la moltitudine si rallegrava di tutte le opere gloriose da lui compiute.

Marco 1:29-31 [il contesto fa capire che era di Sabato - vedi anche Matteo 8:14-15 e Luca 4:38-39]:
29 Appena usciti dalla sinagoga, andarono con Giacomo e Giovanni in casa di Simone e di Andrea. 30 La suocera di Simone era a letto con la febbre; ed essi subito gliene parlarono; 31 egli, avvicinatosi, la prese per la mano e la fece alzare; la febbre la lasciò ed ella si mise a servirli.
Sulla base di [2] mi permetto di dire che:

- l'idropisia, di cui si parla in Luca 14:1-6, è una grave forma di edema, che per i medici di oggi indica una grave malattia del cuore, del fegato, o dei reni. Il malato si sta avviando verso la morte, e chi può salvarlo lo deve fare in ogni giorno dell'anno;

- se la mano di cui parlano i Sinottici era ἐξηραμμένην (exeramménen), cioè "inaridita", penso che la malattia che l'aveva colpita, progredendo, avrebbe portato alla perdita completa della funzione o dell'arto - un ottimo motivo per intervenire anche di Sabato;

- in tutti gli altri casi il paziente non era in grado di vivere una vita normale, tant'è vero che in due di essi si era dovuto mettere a letto per la paralisi o la febbre - anche questo è un buon motivo per intervenire di Sabato.

Quando non c'è di mezzo il pericolo di morte, ma il paziente è abbastanza ammalato da meritare un intervento, sarebbe opportuno apportare uno "shinui = cambiamento" nella normale procedura, per eliminare così completamente la  trasgressione del Sabato.

Non ci vuole molto - un esempio moderno che si fa è che uno chiama la guardia medica premendo i tasti del telefono con le nocche delle dita, anziché con i polpastrelli; oppure entra in macchina dalla parte del passeggero anziché del guidatore.

Questo, ovviamente, se si è SICURI di aver tempo da perdere e di non fare comunque danno al paziente - se si ha il sospetto invece che tempo da perdere non ce ne sia, si ricade nel caso del pericolo di morte, e trasgredire il Sabato nel modo più efficace possibile diventa un dovere, non una facoltà.

Non ho cercato di capire quale fosse il modo di procedere abituale di Gesù quando guariva i malati (ed i Sinottici raccontano la guarigione della suocera di Pietro descrivendo la procedura in modi diversi - temo dunque che sia impossibile stabilirlo), e se quindi di Sabato adottasse un modo speciale - credo però che sia un dettaglio.

Gli ebrei trascurano di Sabato solo le banalità di cui si è sicuri che non abbiano conseguenze, e cercano di evitare di aver bisogno di medicine od interventi chirurgici in quel giorno, e di trovarsi quel giorno in convalescenza. Ma se non si riesce ad evitarlo, pazienza.

Come disse rav Shim'on figlio di Menasya [3]. "Nota quello che è scritto: 'Osserverete dunque il Sabato perché è un giorno santo per voi' [Esodo 31:14]. È a voi che viene dato il Sabato, non voi al Sabato". Non è un argomento dissimile da quello di Gesù: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato" [Marco 2:27].

Raffaele Yona Ladu, ebreo



Bibliografia

[1] Why doctors can heal on Shabbat

[2] 17. Tochen - Part 2: Healing on Shabbat.html

[3] Il vangelo ebraico : Le vere origini del cristianesimo / Daniel Boyarin (purtroppo il traduttore italiano non aveva mai letto una Bibbia in vita sua, e non si è reso conto che la parola inglese "you" andava qui intesa come "voi" anziché "tu").

martedì 3 novembre 2015

La piscina di Betseda e Giovanni 5:1-15

Leggiamo Giovanni 5:1-15 nel testo della Nuova Riveduta (per altre traduzioni cliccate qui):
1 Dopo queste cose ci fu una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 
2 Or a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, c'è una vasca, chiamata in ebraico Betesda, che ha cinque portici. 
3 Sotto questi portici giaceva un gran numero d'infermi, di ciechi, di zoppi, di paralitici[, i quali aspettavano l'agitarsi dell'acqua; 
4 perché un angelo scendeva nella vasca e metteva l'acqua in movimento; e il primo che vi scendeva dopo che l'acqua era stata agitata era guarito di qualunque malattia fosse colpito]. 
5 Là c'era un uomo che da trentotto anni era infermo. 
6 Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da lungo tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?» 
7 L'infermo gli rispose: «Signore, io non ho nessuno che, quando l'acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me». 
8 Gesù gli disse: «Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». 
9 In quell'istante quell'uomo fu guarito; e, preso il suo lettuccio, si mise a camminare. 
10 Quel giorno era un sabato; perciò i Giudei dissero all'uomo guarito: «È sabato, e non ti è permesso portare il tuo lettuccio». 
11 Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina"». 
12 Essi gli domandarono: «Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina?"» 
13 Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, perché in quel luogo c'era molta gente. 
14 Più tardi Gesù lo trovò nel tempio, e gli disse: «Ecco, tu sei guarito; non peccare più, ché non ti accada di peggio». 
15 L'uomo se ne andò, e disse ai Giudei che colui che l'aveva guarito era Gesù.
Il brano contiene un’incongruenza. Di sabato infatti non è vietato ad un ebreo prendere in mano oggetti (se così fosse, non riuscirebbe nemmeno a mangiare di sabato); è vietato farli entrare od uscire da un edificio od un’area recintata. Ed è inoltre vietato trasportare un oggetto all'interno di un'area pubblica per più di 4 cubiti (1,7 metri).

Se voi andate in sinagoga di sabato (cioè tra il tramonto del venerdì e quello del sabato), voi vedete che i fedeli entrano a mani vuote, prendono il libro di preghiera da uno scaffale dentro la sinagoga, lo portano al loro banco, e dopo la preghiera lo ripongono nello scaffale.

Tutto questo non è violazione del sabato – la violazione ci sarebbe se per sbadataggine un fedele portasse il libro fuori (e raddoppierebbe se il fedele percorresse più di 4 cubiti prima di accorgersene).

Perciò, Gesù non ha istigato il paralitico guarito a violare il sabato dicendogli: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”.

Secondo me le cose sono andate così: l’unico modo lecito per obbedire a Gesù in quel momento era continuare a fare il giro della piscina fino alla fine del sabato, magari proclamando: “Ero paralitico da trentott’anni e sono stato guarito!”

Ma l’ex-paralitico non lo ha capito, ed ha pensato invece a tornare a casa.

Ma quando si è avvicinato all’uscita, ha trovato i farisei che gli hanno detto che non poteva portare il lettuccio - notare che i farisei, anche nel testo greco, non hanno precisato "portare fuori".

Penso che i farisei avessero notato e volessero comunicare all'ex-paralitico che lui stava per violare il sabato due volte: la prima facendo uscire il lettuccio dall'edificio, la seconda portandolo per più di 4 cubiti all'esterno della piscina.

Lui però non se la sentiva di abbandonare quello che era probabilmente il suo unico avere, e per giustificarsi ha tirato in ballo chi lo aveva guarito.

I farisei avrebbero dovuto rendersi conto, già dalle parole dell’ex-paralitico, che non gli era stato detto niente di sbagliato, ma non ci sono arrivati. E nemmeno l'evangelista.

Uno si fa una domanda teologica: la paralisi dell’uomo era conseguenza del peccato, oppure il peccato a cui allude Gesù è stato commesso dopo la guarigione di lui?

Per esempio, scaricando una sua colpa su Gesù?

Raffaele Yona Ladu