venerdì 25 novembre 2016

Uso funzionale dell'altro




Sto leggendo il libro [1], che non mi sta piacendo molto: gli autori hanno in mente persone con un livello di funzionamento decisamente inferiore al mio, e questo li fa propendere per la protezione anziché l'integrazione - non ho bisogno di questo.

Un brano che mi è piaciuto assai poco è questo, che si trova a pagina 78 della mia edizione:

Tuttavia, gli operatori che lavorano con adulti affetti da autismo in strutture residenziali spesso riportano che questi adulti cercano di creare forti attaccamenti con gli operatori piuttosto che con i coetanei, e questo sembra essere vero anche per gli adolescenti autistici (Volkmar, 1987). È possibile quindi che le persone autistiche abbiano la «capacità» di stabilire relazioni con gli altri, ma si ritiene che la probabile base di tali legami risieda nell'uso funzionale dell'«altro» da parte del soggetto autistico.
(Volkmar, 1987): Volkmar F.R. (1987). Social development. In D.J. Cohen e A. Donnellen. Handbook of Autism and Pervasive Developmental Disorders. New York, Wiley. [L'edizione corrente, la terza, del 2005, è in due volumi: (volume 1) e (volume 2)]

Allora, con i neurotipici si fa così: prima di giudicare il loro comportamento, si chiede la loro opinione, la si riferisce, e la si critica solo se non è convincente. Non vedo perché trattare in altro modo i neurodiversi parlando alle loro spalle.

Questo comportamento (il cercare rapporti verticali anziché orizzontali) ce l'ho anch'io, ce l'avevo anche a scuola (cosa che non mancava di guastare la mia vita sociale), e la spiegazione è molto semplice: le persone autistiche ed Asperger vogliono entrare in rapporto con persone eccezionali, anche se non ci guadagnano niente! Questa è la differenza con le personalità narcisistiche, che in qualsiasi cosa cercano il loro tornaconto.

In una scuola gli insegnanti funzionano assai meglio degli alunni, ed in una struttura residenziale per autistici, gli operatori purtroppo funzionano meglio degli ospiti. Per quanto socialmente inetti siano autistici ed Aspie, se ne rendono ahiloro conto e fanno le loro scelte. Se c'è prova di «uso funzionale dell'altro», chiedetevi se il suo autore non sia un caso di comorbidità.

Nel mio caso, cercavo anche rapporti con dei pari che ritenevo eccellenti (lo erano anche obbiettivamente - prendevano il massimo dei voti ed uno sarebbe diventato professore universitario); purtroppo, loro erano neurotipici e di me pensavano che intelligente lo ero forse, inadeguato di sicuro.

Non mi davano retta, non potevano cambiare il mio destino, eppure cercavo sempre loro - una persona interessata ad un «uso funzionale dell'altro» avrebbe desistito subito ed avrebbe manipolato altre persone, non vi pare?

Tra l'altro, ho il sospetto che nel brano si nasconda un bello stereotipo di genere, evidente a chi ha letto il libro [2] - non eccezionale (tant'è vero che è fuori catalogo), ma comunque illuminante.

Il libro si può riassumere così: una ragazza che cerca un(a) partner fa in modo da trovarsi in un gruppo di persone, e di essere corteggiata dalla più interessante di loro. Sembra il volo nuziale degli imenotteri (api, vespe, formiche), in cui la regina viene circondata da uno sciame di fuchi, ma solo il migliore riuscirà a fecondarla.

Alberoni parla solo del caso della ragazza che cerca un uomo, ma il caso si generalizza facilmente a quello delle lesbiche/bisessuali «femme» che cercano lesbiche/bisessuali «butch» - la dinamica del corteggiamento è la medesima.

Gli autistici si comportano allo stesso modo - come le regine degli insetti; ma quello che è considerato parte, ineliminabile se non affascinante, della femminilità neurotipica attira scherno e disprezzo quando è praticato dalle persone autistiche (che sono nella maggioranza di sesso maschile!).

Il ruolo di genere maschile prevede infatti una rigida divisione in caste (l'autore di [3] non mette mica quelle parole in bocca ad una donna!), ed ognuno deve la sua sopravvivenza al far gruppo all'interno di tal casta, non all'ambire all'eccellenza.

Gli autistici non sono scherniti solo per la loro neurodivergenza (che spesso si traduce in disabilità, purtroppo), ma anche per la loro non conformità di genere, che si manifesta anche in questo.

Chiedetevi un po', c(l)inici maschi cis neurotipici, se è bello far parte di un genere il cui ruolo prevede di dividere l'umanità in caste, dell'ultima delle quali il personaggio di Sciascia dice (vedi sempre [3]):

«E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre…»

Il senso della giustizia vi manca (non vi mettereste altrimenti a parlare alle spalle degli autistici invece di chiedere la loro opinione); quello del ridicolo ce l'avete?

Raffaele Yona Ladu
Ebre* gendervague

venerdì 18 novembre 2016

Madri subcliniche e figli Aspie

La teoria delle “madri frigorifero” come causa di autismo nei figli è ormai completamente dimenticata.

Non mancano però autistici ad alto funzionamento che si lamentano delle loro madri – ed io propongo la mia personale interpretazione del fenomeno.

Esiste una notevole familiarità per la Sindrome di Asperger, per cui il/la paziente che soddisfa tutti i criteri per la diagnosi spesso ha dei parenti stretti che hanno qualche tratto caratteristico, ma né il numero né l’intensità meritano una diagnosi di disturbo dello spettro autistico.

Purtuttavia, questi tratti possono nuocere alla relazione madre-figli*.

Una donna che fatica ad organizzarsi o che, al contrario, cerca di stabilire delle rigide routine per contrastare l’imprevedibilità della vita, può trovarsi spiazzata da un* figli* autistic* più di una che ha una ragionevole elasticità nel vivere.

E, se le persone Asperger hanno una buona tolleranza verso la diversità, una madre che basa la propria vita sociale sulla rispettabilità, perché tratti autistici hanno fatto sì che l’empatia fosse sostituita almeno in parte dall’“attenersi alle regole”, diventa meno tollerante di una neurotipica.

E molte cose dipendono anche dall’ambiente sociale: negli USA il talento ha molto più spazio che in Italia, quindi un*Aspie ed i suoi genitori possono coltivare la speranza che l*i salga la scala sociale; in Italia invece la scala sociale è bloccata, e la sopravvivenza dipende in buona parte dal saper coltivare i giusti rapporti sociali all’interno del proprio gruppo di riferimento.

Una cosa di cui gli Asperger non sono capaci, e che può terrorizzare i genitori che non si sentono all’altezza della situazione – e convincerli che il proprio figlio è un pericolo.

Paradossalmente, un* figli* Asperger starebbe meglio con un genitore completamente fuori dallo spettro che con uno che ci sta in parte dentro.

La neurodiversità è una bella cosa, ma non è una “strategia evolutiva stabile” – gli Asperger stanno meglio con neurotipici di vaglia che con altri neurodiversi.


Raffaele Yona Ladu
Ebre* gendervague (genderqueer perché aspie)

lunedì 14 novembre 2016

Lo scorpione e la rana

Un po’ d’anni fa il conflitto tra due contendenti (non importa ora quali) fu rappresentato da questo apologo:
 
Uno scorpione chiese ad una rana di traghettarlo sull’altra sponda; la rana diffidava, ma lo scorpione diede la sua parola d’onore che non le avrebbe fatto nulla, e la rana acconsentì.

Purtroppo, a metà tragitto, lo scorpione punse mortalmente la rana.

Con l’ultimo fil di voce ella chiese: “Perché?”, e lui, mentre stava annegando, rispose: “Perché è la mia natura”.

Nell’apologo, il contendente raffigurato dallo scorpione fa una pessima figura, ma le cose non sono così semplici.

Tutti vogliamo un mondo sociale prevedibile, le promesse lo rendono tale, e permettono a chi riceve la promessa di aiutare chi fa la promessa senza temere danno.

Questo ad un neurodiverso basta, ma un neurotipico basa la prevedibilità dell’ambiente sociale non sulle promesse bensì sulle alleanze.

Lo scorpione, che qui rappresenta il neurotipico, deve scegliere quale prevedibilità è più importante per lui.

Se mantiene la parola con la rana, che qui rappresenta il neurodiverso, allora mette in discussione l’alleanza che lo lega agli altri scorpioni.

Se tradisce la rana, fa la figura dell’infido, ma salva il patto che unisce tutti gli scorpioni tra loro – e questa è la cosa importante per lui.

I neurodiversi non fanno parte di un patto simile – il paradigma della neurodiversità non ha ancora fatto il miracolo – e per loro la coerenza nel comportamento significa semplicemente mantenere le promesse che si fanno volta per volta, non dimostrare la propria lealtà ad una persona o ad un gruppo.

I pregiudizi sociali che informano la vita dei neurotipici non sono altro che il rovescio della medaglia della lealtà al proprio gruppo di riferimento.

I neurodiversi la lealtà non sanno cosa sia, e per questo vengono temuti dai neurotipici – e scaricati alla prima occasione.

Una cosa che ci si può chiedere è se le teorie cospirative che circolano in rete (e prima ancora nel sottobosco sociale) siano opera di neurodiversi o neurotipici.

Penso che siano opera di neurotipici: sono teorie troppo illogiche per convincere un neurodiverso – ed infatti gli autistici sono alquanto impermeabili ai pregiudizi sociali.

Codeste teorie non sono argomentazioni, ma professioni di fede – chi le abbraccia si dichiara parte del gruppo che le sostiene, e fare gruppo è la cosa più importante per un neurotipico.



Raffaele Yona Ladu
Ebre* Gendervague
Dottor* in Psicologia Generale e Sperimentale

mercoledì 9 novembre 2016

Trump vs. Clinton: NT vs. ND?

Donald Trump è ora il 45° presidente degli USA, ed ora ci dobbiamo preparare al peggio.

Vorrei far notare una cosa che è sfuggita a molti commentatori, ma credo abbia contato: se Donald Trump è stato più volte dichiarato psicopatico, Hillary Clinton potrebbe avere dei tratti autistici.

Una donna che sostiene di essere stata l'amante di Bill Clinton per anni, Dolly Kyle, racconta in una maligna intervista che riassume un libro ancora peggiore, che Hillary si vestiva male ed una volta andò a prendere il marito all'aeroporto senza essersi nemmeno lavata i capelli. Ed Hillary sarebbe sessualmente fredda, tanto da ricevere l'appellativo di "lesbica".

Aggiungiamo il fatto che un giornalista americano di cui non ricordo il nome ha commentato la sconfitta di Hillary dicendo che tutta la sua esperienza, e tutti i suoi studi, l'hanno fanno sembrare, più che una persona competente, una vecchia zia petulante che nessuno va mai a visitare, e credo che il pattern sia ora chiaro.

Donald Trump è un immobiliarista, e, visto che di case ne ho quattro in Italia ed una in Egitto, posso dire che per fare un buon affare in questo settore è più importante saper valutare la controparte che saper valutare l'edificio. Se non conosci l'estimo, non diventi geometra; se ti manca una "teoria della mente", non diventi palazzinaro.

Si ricorda spesso (anche qui) la fondamentale differenza tra lo psicopatico e l'autistico: lo psicopatico è privo di empatia, ed usa una sofisticata "teoria della mente" per nuocere; l'autistico ha empatia, ma non può usare la sua inadeguata "teoria della mente" per aiutare.

Possiamo aggiungere anche che (almeno secondo questo sito), l'Asperger (autistico ad alto funzionamento) vuole che tutti siano felici, mentre il narcisista solo se stesso e le persone che contano per lui - questo spiegherebbe da solo l'enorme differenza tra i programmi sociali di Hillary e di Trump, e nei modi in cui entrambi hanno trattato le persone che appartengono ad una minoranza.

Simon Baron-Cohen, autore di La scienza del male : L'empatia e le origini della crudeltà, sostiene che gli Asperger siano privi di empatia (mi permetto di dissentire - avevo già recensito qui la versione inglese del libro quando mi ritenevo BPD anziché Aspie), ma avverte anche che gli Asperger, proprio per il voler improntare il loro comportamento a principi generali ed astratti, si comportano in modo ipermorale (*).

Gershom Scholem ne farebbe (aggiungo io, che sto leggendo La figura mistica della divinità : I concetti fondamentali della Qabbalah) il prototipo dello tzaddiq = giusto.

Non credo che gli elettori americani siano stati in grado di usare i termini che uso io; penso però che la loro "teoria della mente", pur ingenua, fosse abbastanza sofisticata da far loro riconoscere Donald Trump come molto più vicino a loro di Hillary Clinton.

Trump è pericoloso? Certo, ma in un modo prevedibile per un neurotipico, e perciò questi lo ritiene quasi innocuo. Mentre i neurodiversi vorrebbero un mondo abitato solo da santi, i neurotipici sanno convivere con il male e sono convinti di saperlo tenere a bada - purtroppo, non così bene come vorrebbero, come insegnano le dittature.

Trump è bugiardo? In modo lampante, ma la menzogna è il marchio di fabbrica del neurotipico: quando uno psicotico comincia a dire bugie, il suo psichiatra gongola, perché vuol dire che il paziente sta migliorando. Chi ha votato Trump, ingannando i sondaggi d'opinione, ha mostrato di capire il valore non morale ma diagnostico della menzogna.

Barack Hussein Obama è un uomo eccezionale, ma, a giudicare dai suoi libri (I sogni di mio padre, L'audacia della speranza), è un neurotipico, con un peculiare talento: anche se convince il lettore di essere una leggenda, la sua grande attenzione verso le singole persone che incontra, delle cui storie vuole farsi portavoce nell'azione politica, esclude una diagnosi di narcisismo.

Riprendendo la terminologia di Scholem, se un Aspie può ambire alla qualifica di tzaddiq = giusto, Obama può ambire a quella di chasid = pio, ovvero della persona che fa la cosa giusta non (solo) perché ha studiato tanto, ma per una peculiare (sovrannaturale?) ispirazione.

La neurotipicità di Obama non gli ha risparmiato devastanti attacchi durante il suo mandato, ma lo ha protetto da molto di quello che Hillary ha dovuto subire. E quando si è trattato di rieleggerlo nel 2012, gli è stato più facile mobilitare le minoranze di quanto sia riuscita a fare la Clinton nel 2016.

Ogni tanto leggo di Asperger che sperano che la neurodiversità diventi la nuova normalità, e la neurotipicità l'eccezione patologizzata; credo che questo rimarrà un sogno (che non condivido - voglio un mondo in cui neurodiversità e neurotipicità convivano e cooperino), anche per il modo in cui la Clinton ha perso.

Nessun sondaggista aveva previsto una sconfitta di queste proporzioni, e credo che l'errore si spieghi così: chi compie sondaggi non ha una "teoria della mente" inclusa nel suo modello statistico (se ce l'avesse, avrebbe creato un'intelligenza artificiale forte capace di prendere decisioni autonome), e rimedia a questa mancanza accumulando dati ed individuando correlazioni.

È la strategia degli Asperger: quando non riescono ad intuire l'essenziale di una cosa, fanno incetta di informazioni e postulano schemi. Può funzionare con le scienze matematiche, fisiche, naturali - non è garantito il successo quando si devono decifrare le menti umane (neurotipiche).

Si può pensare che gli elettori di Trump abbiano mentito fino all'ultimo ai sondaggisti - ma, purtroppo, era loro diritto farlo, ed approfittare ancora una volta della proverbiale ingenuità degli Asperger.

Machiavelli diceva che il principe (il politico, diremmo oggi) deve essere come una volpe e come un leone - perché il leone non sa difendersi dai lacci (cioè dagli agguati di chi è più furbo di lui) e la volpe non sa difendersi dai lupi (cioè dagli attacchi di chi è più forte di lei). Gli Aspie possono essere dei leoni, ma non delle volpi.

Raffaele Yona Ladu
Ebre* Gendervague (genderqueer perché Asperger)



(*) Di Hillary Clinton si racconta spesso che sia stata estromessa dalla Commissione d'Inchiesta Giudiziaria della Camera dei Rappresentanti durante lo scandalo Watergate per condotta "non etica" e "disonesta". Questo sito e quest'altro ricostruiscono la vicenda e smentiscono l'accusa (tant'è vero che l'accusatore non spiega come mai una giovane avvocatessa rea di tali malefatte in un incarico tanto importante non sia stata denunciata all'Associazione Americana degli Avvocati per radiarla dall'albo).

Non garantisco che Hillary Clinton sia una santa, ma capita spesso che si cerchi di liberarsi di un Asperger scomodo accusandolo o di stupidità o di disonestà - due cose lontane dalla sua natura. In realtà l'Aspie in questione semplicemente non condivide l'opinione che hanno i neurotipici dell'intelligenza e della rettitudine.

Non per nulla gli Autistici temono Trump non meno dei mussulmani e delle persone LGBTQIA+.

martedì 8 novembre 2016

Fu nazista Hans Asperger (1906-1980)?


[4] Kinderfachabteilungen ("Special Children's Wards"): Sites of Nazi "Children's 'Euthanasia'" Crimes and Their Commemoration in Europe / Lutz Kaelber, Associate Professor of Sociology, University of Vermont


[12] Leo Kanner, Hans Asperger, and the discovery of autism / Simon Baron-Cohen

[13] La fortezza vuota / Bruno Bettelheim

[14] https://history.stanford.edu/publications/soulless-children-reich-hans-asperger-and-nazi-origins-autism

Ho finito di leggere il libro [1], nella versione Kindle di Amazon, e lo trovo molto utile; purtroppo, nella revisione pubblicata nel 2015 dell'edizione originale del 2007, l'autore Tony Attwood non ha preso atto di una cosa spiacevole già emersa nel 2010, spiegata in dettaglio in [2], e di cui ho letto il riassunto in  [3].

Ovvero, Hans Asperger (1906-1980), il pediatra austriaco che diagnosticò per primo la forma di autismo ad alto funzionamento che da lui prese il nome, avrebbe collaborato con il programma nazista di eutanasia dei minori [4, 5]. In [2] si citano due casi: il primo è stato quello di Herta Schreiber, una bambina minorata dall'encefalite, di cui egli avrebbe raccomandato l'ammissione all'Am Spiegelgrund [6] nell'estate del 1941.

Questo non era un vero ospedale, e nemmeno un cronicario per persone irrimediabilmente e diversamente abili: era il luogo in cui i bambini disabili austriaci venivano uccisi; si usava il fenobarbital, che in forti dosi danneggia i polmoni, e questo consentiva ai medici asserviti al nazismo di dichiarare la polmonite come causa della morte.

L'"impegnativa" vergata di pugno di Asperger con cui egli caldeggiava l'ammissione di Herta al luogo in cui (lui lo sapeva, e tutti i medici a Vienna lo sapevano) sarebbe stata uccisa è ormai nota a tutti gli studiosi della materia.

Erwig Czech, uno studioso dell'Università di Vienna specializzato nello scoprire gli altarini dei medici che dopo il nazismo tentarono di rifarsi una verginità, sostiene di aver trovato pure i verbali di una commissione medica, di cui faceva parte Hans Asperger, la quale, dopo aver visitato nel febbraio 1942 210 bambini ricoverati negli ospedali psichiatrici dell'Austria Inferiore, ritenne che 35 fossero "non educabili" e da raccomandare pertanto per una "Jekelius Aktion".

Erwin Jekelius era il fidanzato della sorella minore del Fuehrer, ed il direttore dell'Am Spiegelgrund - la "Jekelius Aktion" non poteva perciò essere che la morte.

Il verbale, secondo [7], non è stato mostrato da Czech agli studiosi; comunque, mi sembra più grave il caso di Herta Schreiber, visto che Asperger qui agiva da solo e senza controllo alcuno da parte dei colleghi - senza quell'"impegnativa", nessuno si sarebbe accorto che Herta era "unbrauchbare = femmina inutile", e nessuno l'avrebbe mandata all'Am Spiegelgrund.

"Per questo motivo Adamo fu creato solo, per insegnarti che a chiunque distrugga una sola vita d'Israele, la Scrittura imputa una colpa come se avesse distrutto un intero mondo; ed a chiunque salvi una sola vita d'Israele, la Scrittura attribuisce un merito come se avesse salvato un intero mondo", dice il Talmud (Mishnah in bSanhedrin 37a); le locuzioni "d'Israele" sono superflue, in quanto il Talmud sta spiegando che, poiché tutti gli esseri umani discendono da Adamo, la morte o la salvezza di un essere umano qualsiasi nuocciono o giovano all'intera stirpe umana. Purtroppo il brano si applica benissimo anche ad Hans Asperger.

Steve Silberman, l'autore di [7] e [8], fa però notare che Asperger fu un innovatore nel trattamento delle persone disabili, in quanto volle personalizzare il loro trattamento e ritenere problematico il loro comportamento solo se creava problemi a loro stesse, e non se semplicemente divergeva dalle aspettative sociali - un atteggiamento che molti psichiatri non condividono ancora, e certo non i fautori delle "terapie riparative".

Inoltre, Steve Silberman, al contrario degli autori di [2] e [3] John Donovan e Caren Zucker, fa notare che Asperger disse degli autistici ad alto funzionamento:
"Sembra che per il successo nella scienza e nell'arte, un tocco di autismo sia essenziale ... l'ingrediente necessario potrebbe essere un'abilità di allontanarsi dalla vita quotidiana, dal semplicemente pratico, un'abilità di ripensare ad una materia in modo originale in modo da creare in modi nuovi e mai calcati".

Ed anche che i deficit dei suoi pazienti erano inseparabili dalle loro doti, formando "aspetti naturali, necessari, interconnessi di una personalità ben connessa ed integrata".

Secondo Donovan e Zucker, i nazisti non erano così ingenui da credere che tutti i disabili dovessero essere soppressi - intendevano sopprimere solo quelli che consideravano un puro peso per la società (il verbale della visita ai 210 bambini con diagnosi di malattia mentale, di cui solo 35 furono ritenuti da sopprimere, lo confermerebbe), e pertanto le parole di Asperger erano compatibili con l'eugenetica nazista; Silberman invece ritiene che tali parole la contestassero in modo radicale.

Personalmente, dico che non sono stato il primo ad osservare che il programma eutanasia cominciò con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e lo scopo era soprattutto liberare i letti dei cronicari per potervi ricoverare i soldati feriti - secondo i nazisti, non era ammissibile che chi combatteva per il Reich non potesse ricevere assistenza adeguata mentre la ricevevano persone assolutamente prive di valore per la società. E la quantità di vittime del programma (secondo [10], circa 200 mila persone) fa pensare ad un'esecuzione di massa, più che ad una scelta oculata.

Simon Baron-Cohen, di cui lessi un tempo il libro [10], recensisce positivamente il libro [8] in [11, 12], ma sul nazismo di Asperger riferisce solo le contrastanti opinioni di Silberman, Donovan e Zucker.

Dato che Simon Baron-Cohen non è solo uno dei maggiori studiosi dell'autismo, ma anche un ebreo, credo che egli esprima così un'opinione innocentista (un ebreo colpevolista non avrebbe mantenuto altrettanto distacco); inoltre in [12] fa propria l'accusa di Silberman contro Leo Kanner, colui che chiamò la sindrome "autismo", di plagio scientifico e disonestà intellettuale.

Kanner, che gli autori di [2] e [3], considerano quasi un eroe, se non altro perché riuscì a procurare visti di immigrazione USA a quasi 200 colleghi ebrei (come lui) espulsi dalla Germania nazista, sarebbe stato infatti a conoscenza che Asperger aveva già tenuto una conferenza a Vienna sull'autismo nel 1938, quando egli scrisse il suo primo articolo sull'argomento nel 1943 - e non citò il suo collega, dando invece ad intendere che quello che scriveva fosse tutta farina del suo sacco.

Inoltre, Kanner avrebbe commesso il grave errore (che Asperger non aveva commesso) di ritenere l'autismo una condizione esclusivamente infantile - io sono una delle tante smentite; inoltre, attribuì l'origine dell'autismo ad una "madre frigorifero", grande idiozia ora smentita ad onta di Bruno Bettelheim [13]. Ci sono madri che non capiscono i loro figli autistici per partito preso (la rigidità mentale si trova anche in molti parenti di autistici), ma non sono state loro a provocarlo.

Il libro [14] dovrebbe uscire nel 2018, ed aggiungere ulteriore carne al fuoco; quello che posso dire è che penso che sia stata l'emersione del passato nazista di Asperger a convincere l'American Psychiatric Association, che aveva inserito nel 1994 nel DSM-IV la diagnosi di "Sindrome di Asperger", a depennarla nel 2013 con l'uscita del DSM-5, sostituendola invece con "Disturbo dello Spettro Autistico".

Infatti è abbastanza imbarazzante dover dichiarare di avere una sindrome neurologica con il nome di una persona compromessa con il nazismo. Per quello che mi riguarda, ho deciso di continuare a definirmi comunque "Asperger" od "Aspie" - ma ricordo a tutti che ci sono prove di gravi compromissioni con il nazismo di Hans Asperger (1906-1980).

Raffaele Yona Ladu
Ebre* Gendervague
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale

Mind uploading e Doppelgänger, tra ontologia, diritto, reincarnazione




Ho inviato l'articolo [2] alla rivista online [1b], edita da [1a].

Il comitato editoriale ha approvato l'articolo, e lo ha pubblicato l'08/12/2016.

Raffaele Yona Ladu
Ebre* gendervague
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale