sabato 3 dicembre 2016

Come autoconfutarsi











[1a] ed [1b] sono due versioni del medesimo articolo - [1a] è più breve, ma più leggibile di [1b].

L'articolo, che sostiene che la Sindrome di Asperger ed il Disturbo di Personalità Borderline sono la stessa cosa, ha irritato parecchio i partecipanti al forum di Spazio Asperger (come ad esempio l'autore di [2]), ed io vorrei far notare che l'autore riesce lui stesso ad autoconfutarsi.

Per prima cosa, osserviamo che la letteratura scientifica mette in guardia dal rischio di confondere la Sindrome di Asperger con il Disturbo di Personalità Borderline [3]; il criterio principale per la diagnosi differenziale è l'età d'insorgenza: un disturbo di personalità non può esordire prima della tarda adolescenza, mentre una sindrome neurologica si fa notare già nell'infanzia.

Questo rende impossibile confondere la sindrome ed il disturbo, ad onta dei numerosi tratti comuni - ammetto di essere stanco, e perciò mi limito a consigliarvi gli articoli citati, cioè [3], [4], [5], [6] (non conosco il tedesco, e posso solo sperare che l'articolo sia valido).

[7] ed [8]  ricordano che può esserci pure la comorbidità - ovvero una persona con Sindrome di Asperger può sviluppare crescendo un Disturbo di Personalità (tra cui il Borderline), che si aggiunge alla precedente condizione senza sostituirla - e peggiorando comunque la vita della persona.

[9] avverte che è più difficile diagnosticare la Sindrome di Asperger nelle donne, ed in esse la comorbidità è più frequente.

Tornando all'argomento principale di questo post, ovvero di come Romeo Lucioni riesce ad autoconfutarsi, vorrei far notare che del paziente Affa, che dovrebbe dimostrare che Asperger e Borderline sono la stessa cosa, l'autore riferisce che (uso sempre le parole dell'autore):

- "Intorno ai dieci anni comparivano i primi segni psicopatologici con rifiuto di mantenere rapporti con i coetanei ed una certa tendenza all’isolamento;"

- "Il rapporto con i ragazzi autistici (o disabili gravi) è veramente commovente; i pazienti hanno imparato ad apprezzarlo ed a volergli bene; gli abbracci affettuosi che si scambiano sono la dimostrazione più chiara di quanto la affettività di Affa si sia sbloccata e di quanto il lavoro con lui sia ricco di esperienza, di crescita, di vivacità, di sicurezza. La sua creatività è sempre fonte di sorprese e ogni giorno crea situazioni terapeutiche capaci di sciogliere i nodi di chi non può, la sua forza di volontà è sempre uno sprone e la sua fermezza dà il “la” per andare avanti. Quando ha dovuto lavorare con un bambino diagnosticato “autistico” a due anni e mezzo, ha commentato “… sono sicuro che lo tireremo fuori!”."

Lucioni previene l'argomento dell'esordio precoce della sintomatologia [10] dicendo che nei pazienti borderline i prodromi si hanno già dai tre-quattro anni; ma il paziente borderline cerca freneticamente di non essere abbandonato, ed il ritiro sociale è una cosa più caratteristica degli Asperger.

Inoltre, a Lucioni non viene nemmeno in mente di spiegare perché, se Affa si dimostra un eccellente operatore sanitario con i bambini autistici (anche se non ha terminato nemmeno le superiori), non viene messo alla prova con gli adulti di una struttura residenziale per pazienti borderline gravi.

Se Asperger e Borderline sono la stessa cosa, chi ha del talento nel trattare gli autistici dovrebbe essere capace di intervenire proficuamente anche con i borderline.

Qui invece Romeo Lucioni non si dimostra del tutto convinto di quello che afferma - si è autoconfutato.

Un altro argomento interessante, che Romeo Lucioni non affronta, è quello del ben diverso decorso clinico della Sindrome di Asperger e del Disturbo di Personalità Borderline.

Mentre la Sindrome di Asperger è una condizione stabile della persona, il cui comportamento può migliorare solo di poco e solo lentamente, grazie all'esperienza o ad una psicoterapia, [10] afferma che del Disturbo di Personalità Borderline si ha una remissione (non nel senso che si guarisce completamente, ma che i sintomi diventano meno preoccupanti - tanto da non consentire più una diagnosi clinica) nel 74% dei casi dopo 6 anni e nell'88% dopo 10.

Noi Aspie non possiamo "sperare" in questo. Vivremo sempre nel "pianeta sbagliato".

Raffaele Yona Ladu
Ebre* gendervague

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